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Bocconi si, bocconi no. Facciamo chiarezza.

Ma se lo premio così spesso, non finirà per pretenderne sempre di più?” E’ forse una delle domande che più spesso mi sento fare dai proprietari, unita all’affermazione: “Non voglio dare bocconcini al mio cane. Deve ubbidire per far piacere a me, non per avere il cibo!”

Ti assicuro che è un inizio decisamente scoraggiante per un educatore, che si vede porre dei veti prima ancora di iniziare. Eppure, negli ultimi vent’anni la cinofilia ha fatto passi da gigante. La gente è decisamente più informata. Ad esempio, ormai tutti sanno che il condizionamento è solo uno dei modi con cui il cane apprende. Sanno che il cane prova molte emozioni, che è in grado di imparare per approssimazione e persino per imitazione. Eppure, chissà perché certi luoghi comuni sono duri a morire!

Cosa dicono le teorie vecchio stampo

meglio un bocconcino che strozzare un cane

Ebbene sì, c’è ancora chi sostiene che il cane debba fare ciò che gli chiediamo solo per il desiderio di compiacere. Assurdo vero? Eppure è una caratteristica che ancora oggi troviamo negli standard di molte razze canine. Se poi a questo, aggiungiamo il fatto che la maggior parte di noi è cresciuto a suon di cartoni Disney, che ci hanno dipinto il cane come una specie di surrogato umano, non c’è da stupirsi che ci sia ancora tanta confusione e qualcuno creda ancora a queste cose.

Ma il peggio è che ancora oggi ci sono professionisti, o tali, radicati a metodologie ormai superate. Presunti esperti che si vantano di non dover ricorrere ai bocconcini per ottenere ciò che vogliono dal cane. Sono quelli che promuovono la teoria del

e mettono la dominanza (la loro nei confronti del cane) alla base di ogni insegnamento. Quelli che per educare il cane a non tirare al guinzaglio, gli mettono un bel collare a strozzo e via, convinti di aver risolto il problema. E poco importa che il cane abbia smesso di tirare unicamente perché si sente soffocare. Poco importa del dolore inflitto. Hanno ottenuto ciò che volevano e senza dargli nemmeno un bocconcino.

E poi, ci sono i progressisti della cinofilia

Eh sì, il mondo della cinofilia è assai variegato. All’estremo opposto c’è chi sostiene che il cane debba essere libero da costrizioni e regole dettate dall’uomo. In pratica, sono convinti che la nostra specie non abbia nulla da insegnare al cane… nulla che possa essergli di una qualche utilità, perlomeno. Addirittura sostengono che l’uomo debba fare un passo indietro, limitandosi ad offrire al cane le occasioni che gli permetteranno di sviluppare delle buone competenze sociali.

Ora, stabilito che a mio avviso stiamo parlando di due teorie estreme oltre che opposte fra loro; la prima cosa che mi salta all’occhio è la totale mancanza di equilibrio da ambo le parti. E anche se sento più vicina al mio modo di vivere il cane, questa seconda teoria, continuo a credere che sia utopistico pensare di applicarla al cane che vive in ambiente urbano.

E’ indubbio che in natura nessun cane si metterebbe mai, spontaneamente, a fare Agility e Treibball, e nemmeno ricerca su pista, se è per questo. Sono tutte attività, che noi umani insegniamo ai cani, per consentirgli di soddisfare i comportamenti innati legati alla predazione. Comportamenti che includono alcune fasi della sequenza di caccia, quali la ricerca attraverso l’olfatto, lo scatto e l’inseguimento.

Ma considerato che il cane è un predatore e come tale, buona parte dei suoi comportamenti ruotano attorno alla

, sarebbe un vero disastro se non gli dessimo la possibilità di soddisfarla in un contesto adeguato (che certo non può essere quello di rincorrere biciclette, podisti, bambini e persino auto). Quindi, ben vengano tutte le attività da svolgere insieme al proprio cane, che oltre a soddisfare il cane, agiscono da collante all’interno della relazione uomo-cane.

Branco misto o gruppo sociale?

Il mio branco misto

Sapevi che i cani sono, proprio come noi, animali sociali capaci di stringere legami affettivi profondi? Se hai un cane, immagino di si. Ma forse non sai che quando un cane entra a far parte di una famiglia, questa diventa il suo gruppo sociale. In pratica noi umani diventiamo il suo branco misto (eh sì, misto, perché sa benissimo che non siamo cani), cosa fondamentale se consideriamo che i cani hanno un elevato spirito di appartenenza.

Ma questo non basta a far sì che le cose funzionino a meraviglia. D’altra parte, anche nelle relazioni fra noi umani, se fosse sufficiente vivere sotto lo stesso tetto per evitare conflitti e incomprensioni, non esisterebbero più i divorzi. Comunque sia, posto che i conflitti e le rinegoziazioni fanno parte del percorso di crescita di ogni coppia, è solo attraverso una buona comunicazione che è possibile superarli. Comunicazione che, per essere tale, deve comprendere una buona capacità di ascolto.

Ma se è già tanto difficile comunicare correttamente e comprendersi, fra appartenenti alla stessa specie, immaginatevi quanto possa esserlo con un cane, che è una creatura tanto diversa da noi, sia per quanto riguarda le motivazioni, che per quanto concerne l’aspetto comunicativo. Quindi, per tornare ai famosi bocconcini, ritengo sia necessario fare distinzione fra ciò che appartiene alla sfera del sociale e ciò che concerne l’apprendimento.

Anzitutto, per costruire una sana relazione col cane è necessario conoscerlo in quanto specie. Solo attraverso la conoscenza potremo sviluppare quell’empatia, che ci consentirà di comprenderlo, accettarne le diversità e rispettarne la sua natura.

Apprendimento e bocconcini

Al contrario, l’apprendimento non è necessariamente legato alla relazione, anche se contribuisce ad arricchirla. L’essenziale è che le attività vengano proposte al cane in un clima di piacevolezza e condivisione. Sono quindi da bandire le punizioni, i rimproveri e qualsiasi tipo di pressione psicologica. E’ necessario, inoltre, rispettare i suoi tempi, che possono variare da individuo a individuo.

Inoltre, sono sicuramente da bandire le punizioni, i rimproveri e qualsiasi tipo di pressione psicologica, perché, e dobbiamo ricordarcelo sempre, ogni cane è un individuo a sé stante e come tale ha il diritto di imparare coi suoi tempi. Inoltre, se consideriamo che la maggior parte dei comportamenti che proponiamo al cane, non solo non appartengono al suo repertorio naturale, ma sono spesso del tutto incomprensibili, non vedo perché non premiare con un gustoso bocconcino la sua disponibilità a partecipare.

Vi invito, quindi, a non dare mai per scontato il vostro cane. Vi invito a non pretendere da lui, obbedienza a tutti i costi. Fate sì che il legame che vi unisce sia il collante che lo porta a voi, e ricordatevi che non si può pretendere dagli altri, se prima non si è disposti a dare.

Arrivederci a presto!

Carla

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